Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/310

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9^2 LIBRO con Pio II al concilio di Mantova, come raccogliesi da una lettera a lui scritta da Lodovico Foscarini, e pubblicata dal P. degli Agostini (l. cit. t. 1 , p. 76). Tornato poscia a Roma, ivi finì di vivere a’ 4 di giugno del 1463, lasciando cinque figliuoli tutti ben istruiti nella letteratura, da’ quali gli fu posta l’iscrizion sepolcrale riferita dal suddetto monsignor Bonamici (l. cit.). Della morte di Biondo si fa menzione ancora negli antichi Annali di Forlì, ove però, forse per errore di stampa, si legge il di 24 in vece del 4? e se ne fa questo elogio: Die xxiv Junii Blondus Flavius Foroliviensis Historiographus Romae moritur, qui pro digna ejus memoria multos libros ab ipso luculenter et ornate compositos reliquit, illustrando prolem ejus ex quinque natis, pro aetate doctissimis viris, quos idem in Italia sua appellavit (Script. rer. ital. vol 22, p. 226).

V. Fra le molte opere da lui composte noi dobbiamo qui riflettere principalmente a quelle eli’ egli scrisse a illustrare l’antichità. Il soggiorno da lui fatto per più anni in Roma, e l’osservazion diligente degli iimumerabili avanzi di antichità ch’ivi si conservavano, gli fece concepire l’idea di pubblicare una descrizione, quanto più fosse possibile, esatta del sito, delle fabbriche, delle porte, dei tempj, e d’altri monumenti di Roma antica , che o ancor sussistevano almeno in parte, o erano stati rinnovati; il che egli seguì ne’ tre libri dedicati ad Eugenio IV, a’ quali perciò diede il titolo Romae instauratae, opera di erudizion per que’ tempi maravigliosa, perciocchè tutta fondata