Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/312

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Ipi LIBRO essendo esse le prime che in tal genere si pubblicassero, non può negarsi che non ci diano grande idea del vasto sapere e del continuo studio del loro autore. Opera di più ampia estensione è la Storia generale eh ei prese a scrivere , dalla decadenza dell’Impero romano fino a’ suoi tempi. Ne abbiam tre decadi, e il primo libro della quarta; ma la morte non gli permise di continuarla più oltre. Un bel codice a penna ne conserva questa biblioteca Estense, in cui se ne hanno i primi undici libri, e parte del duodecimo con una lettera dedicatoria dello stesso Biondo al marchese Leonello d’Este. Ne abbiam finalmente alle stampe un libro de Origine et Gestis Venetorum. Avea egli avuto più volte in pensiero di scrivere una intera storia di quella Repubblica, ma poscia credette più opportuno l’inserirne le gloriose imprese nelle decadi di Storia generale che andava scrivendo, come egli narra in una sua lettera al Barbaro (Barb. Epist. p. 306, ec.). Scrisse poi nondimeno questo trattato, in cui come in compendio raccolse le cose più memorabili. Ei dedicollo al doge Francesco Foscari; e dalla prefazion raccogliamo che per opera principalmente di Francesco Barbaro egli era stato ascritto alla veneta cittadinanza. Poco innanzi ch’egli morisse, Lodovico Foscari ni di nuovo lo stimolò a stendere una compita storia della Repubblica, e la lettera el11 egli a tal fine gli scrisse, è stata pubblicata dal P. degli Agostini (Scritt venez. t. 1. p. 76, ec.). E forse ei l’avrebbe intrapresa, se avesse avuta più lunga vita. Di altre operette di Biondo, che o son