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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/468

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Ilio LIBRO la Storia e l’Orazione accennata, abbiala di lui un trattato intorno alla vipera, una apologia di Plinio contro Niccolò Leoniceno , quattro apologi, ossia dialogi morali, e alcune poesie italiane. Il Giovio formando il carattere di Pandolfo , dice eh’egli era uomo di grande ingeguo e di vastissima erudizione, ma che avido e impaziente di sapere ogni cosa, benché fosse di professione giureconsulto, non era eccellente in alcuna, e che troppo di leggieri facevasi a riprendere e a criticare le opere de1 più famosi scrittori in qualunque sorta di scienza. Diversamente però giudicavane Angiolo Poliziano, il quale nella prima delle due lettere, clic abbiamo, Cacciato poscia il Valentino, e tornato lo Sforza a Pesaro, il Collenuccio, la cui lite pendeva ancora, scrisse da Ferrara allo Sforza , e si fece anche raccomandare dal marchese di Mantova e dal fratello. Rispose lo Sforza a’ 3 di giugno del 1504 al Collenuccio, e a chi avealo raccomandato, con termini equivoci, e che sembravano dare speranza ch’ei dovesse essere ben ri* cevuto. Ad essi affidato Pandolfo, tornò a Pesaro, espose le sue ragioni allo Sforza, e insiem con esse la supplica da lui già data al Valentino, e il decreto favorevole ottenutone. Lo Sforza, letta la supplica, fece tosto chiuder prigione in Rocca Pandolfo, e a’ 3 di luglio del 1504 ne diè avviso a M. Bernardo Monaldi suo oratore in Venezia, acciocchè ne avvertisse il senato: e quindi agli 11 del mese e dell’anno stesso (non nel dicembre del 1505, come nella Vita del Diplovataccio ha scritto il medesimo sig. Annibale) gli fece tagliare la testa. Il sig. Annibale avea copia di sua disposizione, che potrebbe dirsi testamento, scritta dal Collenuccio per governo de’ suoi figli, poco prima di morire; e nella sottoscrizione dice: Scripta in loco et tempo de tribulatione et de angustia a dì xi Luglio 15o4*