Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/475

Da Wikisource.

TF.RZO I I in avuti nel secolo XIII, niuno avea ancora pensato a continuare le loro fatiche. Giorgio Stella, figliuol di Facino cancelliere della Repubblica al principio di questo secolo, si accinse a quest’opera, dolendosi, come dice ei medesimo nella sua prefazione, che da oltre a cent’anni non avesse questa città avuto storico alcuno. Nel primo libro ei premette alcune ricerche sulla fondazione di Genova , e fa un breve compendio dell’antica storia di essa; nel che s ei non è sempre felice nelle sue congetture, mostra però erudizione e critica a que’ tempi non ordinaria, singolarmente nel rigettare la popolar tradizione che attribuisce a Giano la fondazione di quella città. Quindi passa a continuare le antecedenti cronache cominciando dal nel che ei giunse fin circa il 1410. Interrotto poscia il lavoro , anzi venuto a morte Giorgio verso il 1420, Giovanni di lui fratello continuò questa Storia fino «al 1435. Storici ameni lue poco felici quanto allo stile, ma assai degni di lode così per l’esattezza, come per la imparzialità con cui scrissero la loro Storia. Essa è stata pubblicata dal Muratori (Script. rer. ital. vol. 17, p. 947, ec.). Da lui pure abbiamo avuto la Storia di Genova dal 1488 fino al 1514 scritta in istile alquanto migliore da Bartolommeo Senarega (ib. vol. 24 , p- 511, ec.), uomo adoperato ai suoi tempi dalla Repubblica in onorevoli commissioni e in frequenti ambasciate a diversi sovrani; ma di cui non sappiamo fino a quando vivesse. Tra gli storici genovesi si può annoverare ancora Bartolommeo Fazio per la narrazion che ne abbiamo Tiraboscbi, Voi. Vili. 3o