Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/484

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I I aG LIBRO figliuolo. Il primo continuò la Storia della sua patria dal i \oi fino al 1463, nel qual anno finì di vivere. Alberto la proseguì fino al 14^4 * *1 qual forse Iti 1 ultimo della sua vita. Anzi l’eruditissimo proposto Poggioli (Stor. di Piac, t 8, p. 89) osserva che, benchè Alberto si valesse delle memorie da suo padre distese, ei però scrisse seguitamente tutta la Storia, e che oltre ciò un’intera Cronaca di Piacenza dalla prima origine della città fino a’ suoi tempi fu da lui compilata, di cui più copie a penna conservansi nella stessa città. Di amendue questi scrittori troviam molte notizie nelle lor medesime Cronache, che sono state, cominciando dal 1401! , pubblicate dal Muratori (l. cit. vol. 20, p. 86-), il quale ha in breve raccolto , nella prefazione ad esse premessa, ciò che concerne la loro vita e le loro vicende. Io osserverò solamente che Alberto parlando della morte di Antonio suo padre gli fa un magnifico elogio, dicendolo uomo di sperienza. di senno, di prudenza grandissima, scrittore elegante di storia, di poesia, di lettere, e continuamente occupato o negli studj, o nell’esercizio delle opere di cristiana pietà (ib. p. 912), e che lo stesso Alberto narra da se medesimo di aver apprese le scienze nelle università di Pavia, di Bologna, di Torino, e presa la laurea legale in Piacenza nel 1465 (ib. p. 896,909,913, ec.). Amendue ancora furono incaricati dalle lor patrie di onorevoli ambasciate; e abbiamo altrove veduto che Alberto fu uno dei difensori dei privilegi di essa intorno al conferire la laurea. La loro Cronaca è più pregevole per l’esattezza de’