Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/52

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(9| LIBRO E io dubito ancora che non sia abbastanza provato l’anno della morte. Queste parole stesse ci pruovano che Giovanni dalle primarie università italiane fu a gara richiesto. E quanto a quella di Bologna. l’Alidosi lo annovera (Dott. forest. p. 30) tra’ professori di medicina appunto all’anno 1404 Ma nella storia delle altre università non trovo di lui menzione. M. Portal cita (Hist de l’Anat. t. 1, p. 241) un autore a me sconosciuto, secondo il quale Giovanni fu professore nella università di Montpellier. Ma di ciò non vi ha cenno tra gli scrittori più degni di fede. Di lui si ha alle stampe un opuscolo intorno le febbri; e innoltre l’opera poc’anzi accennata, intitolata Praxis nova totius fere Medicinae, Lucidarium, et flos florum Medicinae vulgo nunc.upata, nella (quale ei tratta molte questioni d’anatomia (a). L’Argelati di quest’opera ne fa due diverse; e pare ch’ei non abbia saputo che essa ancora è stampata, e va unita al trattato sopra le febbri nella edizion veneta del 1521. Qualche altra opera non pubblicata vien citata dall’Argelati.

XII. Maggior numero di opere, e queste ancor più pregiate, ci ha lasciato Giammatteo Ferrari de’ Gradi medico milanese. M. Portal nel parlarne (ib. p. 238) è caduto in tanti e sì gravi falli, che io non so se sia possibile trovare altrove i maggiori in sì breve tratto di penna: (o) Pi questa operetta di Giovanni da Concorreggio inerita di esser veduto l’estratto che ha fatto il signor cavalier Brambilla (Stor. delle Scoperte fisico-med. t. 1, p. 129, ec.).