Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/536

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1 1liuro a fare ogni cosa col favore suo , et con pagare buona parte deli ispesa t. perche egli passasse in Italia, come passò per la sua diligenza — fu tanto il frutto che seguitò il alla venuta di Manuello in Italia, che fino al presente dì se ne colgono de’ frutti, della (quale venuta fu cagione Messer Palla, il (quale meritò grandissima lode e commendazione di tutte l’opere sue per la generosità ileli animo suo. ec... f enuto Mannello in Italia nel modo detto col favore di Messer Palla, mancavano i libri, non si poteva far nulla. Messer Palla mandò in Grecia per infiniti volumi tutti alle sue ispese. La Cosmografia di Tolomeo colla pittura fece venir infino da Costantinopoli, le vite di Plutarco, le opere di Platone, e infiniti libri degli altri. La Politica di Aristotele non era in Italia, se Messer Palla non! l’avessi fatta venir lui da Costantinopoli; e quando Messer Lionardo la tradusse, ebbe la copia di Messer Palla. I n uoin.sì grande e sì benemerito della sua patria era degno di miglior sorte. Le rivoluzioni seguite in Firenze all occ&sion dell’esilio di Cosimo de* Medici furono a lui funeste. Egli era del partito contrario a Cosimo; e perciò non sì tosto questi fu di ritorno a Firenze l’anno 1435, che lo Strozzi ne fu cacciato, e confinato a Padova, ove passò il rimanente della sua vita. Come ivi si occupasse, udiamolo dal medesimo Vespasiano (ib.p. 19, ec.): Venuto Messer Palla ai confini a Padova, come innanzi è detto, si voltò alle Lettere, come in un tranquillo porto di tutti i suoi naufragi, e tolse in casa con bonissimo salario Messer Giovanni