Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/556

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1 LI ORO Italia sulla fine del secolo precedente. Quegli di cui ora parliamo, era in Milano nel i \~ti, come ricavasi dalla lettera da lui premessa alla (Gramatica greca di Costantino Lascari ivi pubblicata in quell’anno (Sax. Hist, typogr. mediol. p. 461). Nel 1488 sembra ch’ei fosse in Firenze, ove ebbe parte nell’edizione di Omero ivi fatta nell’anno stesso (ib. p. 4-‘4)* Ma non ne abbiamo altra notizia. Assai più celebre è il nome di un altro Demetrio soprai montato Caicondila. 11 Boernero non ci ha date molto copiose nè molto esatte notizie intorno a questo celebre uomo, e noi perciò le raccoglieremo con quella maggior diligenza che ne sarà possibile. Demetrio era ateniese di patria, e venne in Italia circa il i {4; e dopo essere stato qualche tempo a Roma, passò a Perugia, ove era circa il 145o. Tutto ciò raccogliamo da due lettere di Giannantonio Campano (l. 2, ep. 9,10). Questi era nato, come vedremo di lui parlando, nel i.jay, e attendeva agli studj in Perugia essendo allora in età di ventitré anni: tres e n ini et viginti annos natus sum. Or giunto colà il Calcondila, prese l’occasion favorevole d’istruirsi nel greco: È qua venuto, dice egli, un Greco da quella recente accademia, il quale quanto sia versato nella greca e nella latina letteratura, e quanto sia insieme uomo saggio e cortese, ti scriverei io volentieri, se non isperassi che presto tu dovessi da più altri intenderlo. Egli ha cominciato con molto impegno ad istruirmi; ed io ne odo i precetti con incredibil piacere; perchè è greco, perchè è ateniese, e ancora perchè è Demetrio; e sembra che in sè rappixsentì