Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/103

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TERZO » l3J 7 (l. 3, el 6, 7). Alcune delle Commedie di Plauto furono in tal occasione tradotte da Battista Guarino (‘): perciocché nelle Lettere di monsig Lodovico Gonzaga eletto vescovo di Mantova, che si conservano nell’archivio segreto di Guastalla, ve n’ha una de’ 5 di marzo del 1501 in cui scrive al poeta Timoteo Bendedei: vorrei, che usa stive omne diligentia per farmi havere due de le Comedie di Plauto, traducte per M. Baptista Guarino. Della qual notizia io son debitore all’ erudito P. Ireneo Affò min Osservante che ha diligentemente esaminato il detto archivio. La Storia degli Scrittori ferraresi, che aspettiamo con impazienza, ci darà probabilmente su tutto ciò lumi più accertati, Io osserverò solamente che la rappresentazion de’ Menecemi, o fosse per la novità della cosa, o per la magnificenza dello spettacolo, riscosse l’ammirazione di tutta l’Italia. Il suddetto Guarino, ch era allora in Ferrara, ce ne lasciò memoria in una’elegia che si legge tra le altre sue Poesie latine stampate in Modena nel 1496& Rechiamone alcuni versi, ne’ quali descrive la regal pompa di quella rappresentazione, e il gran concorso che da ogni parte ad essa si fece: Et remis puppim, et velo sine fluctibus actam Vidimus in portus nare Epidamne tuos. Vidimus, effictam celsis cum moenibus urbem, Structaque per latas tecta superba vias. (*) Della traduzione di alcune Commedie di Plauto, eh’ egli avea l'atta, parla lo stesso batista Guarino in una sua lettera al duca Ercole I de’ 18 febbraio t4y?> la «piale insieme con alcune altre di esso al medesimo duca si conserva in questo ducale archivio.