Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/133

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TEHZO ili esser più celebre, che non è stato finora, ne’ fasti dell’italiana letteratura. VI. Il poc’ anzi mentovato Porcellio potrebbe aver luogo ancor tra’ poeti. Ma già ne abbiamo parlato nel favellar degli storici. Perciò ancora noi lasciam di trattare di molti altri che dovrebbono essere annoverati tra’ poeti latini di questa età, ma de’ quali si è già fatta, o si farà altrove menzione. Tali sono Giammichele Alberto da Carrara, il pontef Pio II, Leonardo Bruni, Bartolommeo Scala. Marcantonio Sabellico, Pier Candido Decemhrio, Antonio Panormita, Antonio Galateo, Antonio d’Asti, Niccolò Burzio, Filippo Buonaccorsi, Pietro Crinito, Bonino Mombrizio, Ermolao Barbaro il giovine, Orazio romano, Gregorio da Città di Castello, Antonio Tebaldeo, Antonio Cornazzano, Cassandra Fedele, Guarino da Verona, Giovanni Aurispa, Francesco e Giammario Filelfi, Gabbriello Paveri Fontana, Carlo Marsuppini, Antonio Urceo, Filippo Beroaldo, Piatino de’ Piatti, Fausto Andrelini, tutti poeti quai più quai meno felici, ma che più che per poesia latina furon celebri per altri generi di letteratura. Io parimente non farò qui che accennare i nomi di alcuni altri poeti latini. Leonardo Dati fiorentino, segretario del card Giordano degli Orsini, indi del card Francesco de’ Condolmieri, poscia di quattro sommi pontefici, cioè di Callisto III, di Pio II, di Paolo II e di Sisto IV, finalmente vescovo di Massa, e morto in Roma nel 1472 fu autore di molte poesie latine che giacciono inedite in diverse TI. Si arrrlimino molli altri porli ili minor muto.