Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/146

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136o LIBRO da lui sopra ogni cosa amata, non lasci di coltivare ancor l’italiana, come in fatti egli fece. Il Giovio medesimo ci racconta qual fosse l’origine della immatura e crudel morte di questo poeta; cioè che avendo egli presa in moglie Barbara Torcila {a), un personaggio di alto affare, il quale aspirava a tai nozze, di ciò sdegnato, il fece uccidere di notte tempo, mentre su una mula tornavasene a casa. Abbiam Tepoca e le circostanze di questa morte negli Annali manoscritti di Ferrara di Filippo Rodi, che si conservano in questa biblioteca Estense, ove all’an 1508 così si legge: A dì 6 Giugno la notte fu ammazzato il C. Ercole Strozzi Poeta et Gentiluomo molto letterato; et fu trovato morto a S Francesco nel mezzo della strada involto nel suo mantello et ad un hora di giorno non era ancora stato levato il corpo di quel luogo, per non sapere i suoi di casa alcuna cosa di questo fatto; et haveva ventidue ferite, et in specie le havevano tagliato le canne della gola, nè si seppe mai chi avesse commesso questo omicidio. Le Poesie di Ercole son certamente più colte e più eleganti di quelle del padre, e alcune singolarmente possono a buon diritto essere annoverate tra le migliori di questo secolo. Rechiamone sei soli (a) Barbara Torcila moglie di Ercole Strozzi fu essa pur coltivatrice «Iella volgar poesia, e nella morie del suo infelice marito, con cui non era vissuta che pochi giorni, scrisse un ’elegante sonetto che si ha alle stampe nella Raccolta de’ Poeti ferraresi, e altrove.