Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/466

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l68o Unito familiarmente, e non ho veduto l’ uomo il più dolce insieme e il più cauto; perciocchè nè ributta con soverchia severità, nè con soverchia facilità seduce ed inganna. Alcuni predicatori si credon arbitri della vita e della morte degli uomini; e abusando del lor potere, sempre rimirano con occhio bieco, e tengon sempre il tono e la voce di fastidioso pedante. Ma questi è un uom moderato, e se nel pulpito è sevt'ro censore, poichè ne è disceso, usa pulite e civili maniere. Perciò e io e il mio ottimo Pico dalla Mirandola ci tratteniamo spesso con lui, e ninna cosa più ci solleva dalle letterarie nostre fatiche., che il conversare con esso. Lo stesso Lorenzo de' Medici ottimo discernitor degl' ingegni ben dà a conoscere quanto lo stimi non solo coll avergli prontamente innalzato un magnifico monastero (cioè quello a S. Gallo, di cui ragiona ancora Niccolò Valori (Vita Laur. Med. p. 47) nella Vita di Lorenzo), ma • più ancora col visitarlo sovente, giacchè egli ad ogni altro sollievo antipone quello di trattenersi alquanto con lui passeggiando. Tu dunque ancora fa di ac costarle gli e di conoscerlo da vicino, e in ciò ancora loderai il giudizio del tuo Poliziano. Nè tu gli recherai noia. Egli di ciò non si offende, nè sfugge la luce e gli altrui sguardi, perchè, come io penso, la buona conoscenza, benchè non li cerchi, gode nondimeno di testimonj. Sta sano. A' 22 di aprile 1489. Nè fu solo il Poliziano che ne parlasse con tanta lode. Gioviano Pontano in uno de suoi Dialoghi parla egli pure con grandi elogi di Mariano (Dial. Aegidius) morto allora