Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/47

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terzo 1361 lo Illustrisi. Ecccllenliss. Sig. Hercule Estense Duca di Ferrara, de la integrità de la militare arte Antonio Cornazzano immortale servo. Di queste opere ho io voluto parlare distesamente, perchè non trovo chi ne faccia menzione. Alcune altre se ne accennano da’ compilatori delle Biblioteche, a’quali io rimetto chi brami d’esserne istruito. XVI. Più scarse notizie abbiamo del Cariteo, e più scarso ancora è il numero delle opere ch’ei ci ha lasciate. Il Quadrio (t 2, p. 213), e prima di lui il Crescimbeni (t. 2, par. 2, p. 167), affermano ch’ei fu di patria barcellonese, e il secondo di questi scrittori aggiugne che ciò si narra dal medesimo Cariteo; di che io non ho potuto accertarmi. Ma s’ei nacque in Ispagna, visse comunemente in Napoli, ove convien credere che fosse trasportato ancora fanciullo. Ei fu uno de’ socj della celebre accademia del Pontano, e questi lo introduce a parlar nel suo dialogo intitolato Ægidius, in cui il Cariteo fa menzione di Petronilla sua moglie, da cui avea già avute figlie in gran numero, e della podagra che lo travagliava (p. 180, ed. flor. 1520). Il Sannazzarro però, amico egli ancora del Cariteo, di cui fa ne’ suoi versi onorevol menzione (l 1, eleg. 11, p. 118, ed. Comin. 1731), dà alla moglie il nome di Nifea (ib. l. 1, epigr. 11, p. 165), se pur egli nol fece per facilità, o per vezzo di poesia. Non sappiamo fin quando ei vivesse; ma certo egli era morto nel 1515, come raccogliam da una lettera di Pietro Summonte ad Angiolo Colocci (Mem, di Ang. Colocci, p. 91, ec.), xvi. Unir«