Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/482

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XIV. In qual lingua allora si predicasse. 1B9G LIBRO ili ciò che 1’ editor qui soggiunge, cioè che a tali parole gli uditori tutti proruppero in dirotto pianto e in altissima grida, talchè il predicatore piangendo egli pure dovette scender dal pergamo. Aggiungasi che queste prediche furono scritte, quali le abbiamo, non dal medesimo Savonarola, ma da alcun di coloro che le udivano; e quindi oltre ciò che la viva voce dell’ oratore dovea loro aggiungere, esse non ci son pervenute probabilmente che tronche e mancanti. Ma ancora quali esse si sono, si passono considerare a ragione come le più eloquenti che in questo secolo si vedessero. Oltre i più tomi di esse, abbiamo ancora molte altre opere del Savonarola, parte ascetiche, parte scritturali, parte teologiche, parte apologetiche in difesa di se medesimo e delle sua profezie. I PP. Quetif ed Echard ce ne han dato un ampio ed esatto catalogo (Script Ord. Praed. t. 1, p. 885)). Ad esso però si debbono aggiugnere le due lettere mentovate poc’ anzi, pubblicate con alcune altre da monsig Mansi, ed altri diversi opuscoli, dei’ quali si fa menzion nel Catalogo della libreria Capponi. Oltre le Apologie che del Savonarola già pubblicarono Domenico Benivieni, Gianfrancesco Pico, il P. Tommaso Neri domenicano, e più altri, è degna ancora d’ esser letta quella che dopo tutti ne ha fatto il ch. sig. Giannandrea Barotti (Difesa degli Scritt ferrar, par. 2, cens. 8), rispondendo a ciò che aveane scritto nella sua Biblioteca monsig. Fontanini. XIV. Questi furono i più illustri predicatori ch’ebbe in questo secol! l'Italia, per tacer di «