Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/485

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TERZO 1699 parte dell’Italia si vennero innalzando. I duchi di Ferrara Borso ed Ercole I mostrarono in ciò una forse non più veduta magnificenza. Nel Diario ferrarese, pubblicato dal Muratori, abbiamo un ristretto ragguaglio delle fabbriche per ordin di Borso erette in Ferrara e in que’ contorni, e un saggio della real pompa di quella corte: Per lo tempo del quale Duca Borso fu fatto Schivanojo, il Paradixo novo, la Certoxa tutta, excepto il corpo della Giesia, che prima non era mai stata Certoxa qui; et sua Excellentia la adoptò di lire otto mila l'anno di intrada. Item fece fare il Palazzo di Belumbra, et quello di Benvegnante, et quello di Messer Teophilo Calcagnino suo compagno, che è di dreto da Schivaonjo. Item il fece fabricare molto al Castello vecchio da la parte del Leone. Item a Fossa dalbero, Belriguardo, Quartexana, Medelana, et Hostellato. Palazi il fece lavorare assai. Il fece principiare Monte Santo, et il Palazzo, la Cittadella di Reggio, la Rocca della Cittadella di T.ugo, et quella di Rubera, et Canossa, il fece fare lui. Questo Duca non tenne mai manco di Cavalli 700 da biava in casa, tenea in casa da cento Falconieri, et molti Scudieri, et bellissima famiglia, et virtuosa Costui per lo suo tempo donoe fra dinari et robe in valore di quattrocento mila Ducali et più. Il fece fare anche il Palazzo, che’1 donoe a Messer Peregrino di Pasino da Sancto Domenico in Ferrara. Questo Signore sempre in campagna cavalcava vestito di panno d oro e di seda: per la terra portava collane di srptanta millia Ducati l'una. Dinari alla sua morte