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TERZO 175* sione della natura, che rendette poscia sì celebri alcuni de pittori che vennero appresso. Il primo a cui convenga con verità la lode di dipintore eccellente, è Masaccio, ossia Tommaso da S. Giovanni di Valdarno, nato, come pruova il Baldinucci (l. c p. 166), confutando il Vasari, nel 1402, e morto in età di 40 anni, non di soli 26, come questo secondo scrittore avea affermato (l. c. p. 98). Io lascerò che ognun vegga presso i suddetti due storici la descrizione delle pitture che' ei fece in Firenze singolarmente e in Roma, e riferirò solo il giudizio che di esso dà il Baldinucci: Il suo principale intento nell operare, dic egli, fu il dare alle figure sue una gran vivacità e prontezza, se fosse stato possibile, nè più nè meno quanto che se vere state fossero. Proccurò più d ogni altro Maestro stato innanzi a lui di far gl ignudi in iscorti molto difficili, e particolarmente, il posare di piedi veduti in faccia, e delle braccia e gambe; e cercando tuttavia nell operar suo delle, maggiori difficoltà, acquistò quella gran pratica e facilità, che si vede nelle sue pitture particolarmente ne panni con un colorito sì bello, e con sì buon rilievo, che è stata in ogni tempo opinione degli ottimi artefici, che alcune opere sue e per colorito e per disegno possono stare al paragone con ogni disegno e colorito moderno. Bello è ancor l epitaffio in onor di esso composto da Annibal Caro: Pinsi, e la mia pittura al ver fu pari: Patteggiai, Ravvivai, le diedi il moto, Le diedi affetto: insegni il Buonaruoto A tutti gli altri, e da me solo impari.