Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/120

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IOG LIBRO la prima volta nel 1567, alcune se ne leggono di Scipione. Si volse poscia a’ più gravi studi della filosofia e della teologia, e in essi an' cora ottenne gran nome. Il Mureto, a lui dedicando nel 1571 il primo tomo delle sue Orazioni, ne loda altamente l’ingegno e il fervor con cui dagli studi della’ amena letteratura passando a quelli delle più difficili scienze, avea in assai fresca età ottenuti con ciò quegli onori che non sogliono concedersi che ad uomini di età provetta. Nè egli però pose del tutto in dimenticanza i piacevoli studi, ne quali godea di tal fama, che il Guari ili all’esame e alla censura di lui sottopose il suo Pastor Fido (V. Barotti, Difesa degli Scrittori ferraresi, p. 78). Le molte lettere a lui scritte dal Guarini, e dal Tasso, che il consideravano come giudice delle lor poesie, sono chiara ripruova della stima in cui essi l’aveano, e quelle pure del medesimo cardinale scritte ad essi e ad altri letterati, che leggonsi in diverse raccolte, ci mostrano quanto egli gli amasse. Eugenio Cagnani, scrittor mantovano ne’ primi anni del secolo susseguente, ci assicura che il cardinale Scipione corresse a richiesta del Tasso la Gerusalemme liberata: potendosi lo stesso conoscere, dic egli (Lettera cronolog. al duca Franc. Gonz. innanzi alle rime de’ Poeti mant.), anco dalle molte opere di simili scienze composte dall'Illustrissimo Scipione Gonzaga Cardinale, di Santa Chiesa, e per la correzione fatta dal medesimo alla Gerusalemme liberata, avanti comparisse in luce (così pregatone dal nominato Tasso) che tuttora si trova in mano dello Stampatore, dalla quale si