Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/165

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PRIMO 1 5 0 molto provincie desolazione e strage. Nondimeno Francesco I dee aver luogo tra’ mecenati dell’italiana letteratura pe’molti che dall'Italia condusse in Francia, e ivi ricolmò di benefizii e d’onori in premio del lor sapere. Ne vedremo nel corso di questa Storia non pochi esempii; e io qui avvertirò solamente che volendo egli dare al suo figlio un valoroso maestro, a tutti antepose un Italiano, cioè Benedetto Tagliacarne, o, come egli solea appellarsi, Teocreno, di patria genovese. Ei fu dapprima in Genova al servigio di Federigo e di Ottaviano Fregosi, e fu involto nel funesto sacco che quella città sofferse nel 1522, nella qual occasione ei fu dapprima tenuto prigione per quattro giorni, poscia fra mille pericoli e a forza di molto denaro ritirossi in Francia, com’egli medesimo scrive al cardinale Gregorio Cortese allora monaco (Cort. Op. t. 2, p. 118, ed. Patav. 1772). Era questi grande amico del Teocreno, e tra le lettere di esso molte ne abbiamo a lui scritte, come pure parecchie del Teocreno al Cortese (ib. p. 36, 50, 51, 53, 54, 67, 85, 119, 122), il quale ne parla sempre con sentimenti di molta stima per l’eleganza e pel sapere di cui era fornito. Paolo Giovio ancora scrivendo nel 1536 al vescovo di Faenza nuncio in Francia, al dotto Teocreno, dic egli (P. Giovo, Lettere p. 101), raccommandate il nome mio, come io ho raccomandato il suo agli immortali discorsi delle Muse nel mio Dialogo; e il Giovio stesso era sì a lui caldamente raccomandato, perchè facesse conoscere e stimar le sue Storie al re Francesco I, come raccogliamo da una lettera