Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/202

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«88 LIBRO XIV. E dee nominarsi prima crocili aìlro il »Collegio romano, non perchè esso l’osso il primo i in origine, che innanzi ad esso più altri già se n’erano aperti, e singolarmente que di Messina e di Palermo, per opera del vicerè Giovanni Vega, e della vicereina Eleonora di lui moglie; ma perchè la liberalità e il favore de" romani pontefici, cioè di Giulio III, di Pio IV e singolarmente di Gregorio XIII, il renderono in fama e in dignità superiore agli altri. Io non farò menzione delle Bolle de’ romani pontefici, nelle quali si parla di esso con singolari encomii. Ma mi sia lecito almeno di recare il giudizio che ne formò un uomo assai dotto, cioè Aldo Manunzio il giovane, il quale pubblicando Tanno i5G3 le Storie di Sallustio, al Collegio romano le dedicò con sua lettera, in cui dopo aver detto il piacere che avea Tanno precedente provato nel veder Roma e tanti pregevoli monumenti d antichità, così prosiegue: Sed ncque, marmorei/m alluni acneumve siimilacrum, ncque septem colli uni aspectus, neque augusta illa Capitolii facies, tantam animo meo jucunditatem ad ni i ra tio ne ni ve attutit, quantam Collegii vestri dignitas et ordo, in quo nihil ad inanem voluptatem, aut ad brevem usum, omnia vidi ad aeternum gloriae fructum, ad certam animoriim salutoni insti tuta ltaque concurstis ad vos majores fiunt, nec dubitandum videtur, cum vobis in ista tam nobili disciplina non honor aut quaestiis, quorum rerum spe muti toruni solet excitari industria, sed divina tantum praemia proposita sint, quin haec ante, paucos annos a summo viro Ignatio Lojola