Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/229

Da Wikisource.

primo ii5 lettera dello stesso anno 1538, il Regno della Virtù, dice, è sbandato (ivi, lett. 20). Ella nondimeno durava ancora nel 1540, come riceviam da una lettera dello stesso autore che scrivendo da Forlì al Leoni, scusatemi, gli dice, col Re passato, adorate la maestà del futuro, e raccomandatemi a tutti i Padri virtuosi, e sopra tutti al Padre Molza, ed a voi (ivi, lett.'j'ò). E probabile però, ch"essa si disciogliesse circa quel tempo, e che ad essa fosse sostituita quella dello Sdegno, la quale certamente già era formala nel i.”>f\ i. Trifone Benzi, in una lettera alPAlanagi de’ 10 di febbraio del detto anno, così scrive: Mi raccomando a voi, al Sig. Molza, al Sig. 7 o/o/neo, al Sig. Arcisdegnato, al Sig Segretario, al Sig. Cencio, al Sig. Poggio, et a tutta l honoratissima compagnia di quel nobile et leggiadro Sdegno (.Atanagi, Lett, facete, p. 274) *’ e in altra «le119 del medesimo mese: Che fa M. Marco Manilio? Che l unico M. Don Giulio Miniatore? Come si portano i miei Signori Sil'gnati, et particolarmente il Principe Spica, e il Segretario Palatino? ec. (ivi. p. 375). Allo stesso Tommaso Spica Principe deltAccademia dello Sdegno scrive un'altra lettera il medesimo Benzi a’19 di giugno del detto anno (ivi, p. 377). Di essa, e degli altri che ne furono fondatori, veggasi il Quadrio (t. 1, p. 97; t. 12, p. 22), il quale accenna ancor quelle del l’Amicizia e del Liceo, e quella che verso il 1540 raccolse Claudio Tolommei per divolgare la nuova foggia di versi italiani da lui introdotta, di che diremo altrove.