Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/270

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2j6 LITRO Marcantonio Natta De Locutione Dei a nome dell’ accademia medesima. W 111. Ed era in fatti stato scelto il Manuzio a stampatore di essa; nè poteasi fare migliore scelta. Due catalogi furono pubblicati uno in italiano, l altro ancor più ampio in latino (Zeno, Note; al Fontan. t. 2, p. 1 a3; Foscarini, Letterat. venez. p. 79), de’ libri che l Accademia veneziana pensava di dare in luce; e da essi veggiamo che non v’ era sorta di scienza a cui essa non avesse rivolto il pensiero. Più libri in fatti si videro uscir da que’ torchi, che per la bellezza de’ caratteri, per la nitidezza della carta e per l esattezza della correzione, accrebbero all'accademia non poco nome. Si formarono al tempo medesimo, e in diversi tempi secondo le diverse occasioni si pubblicarono varie leggi pel saggio regolamento di essa; delle quali una compita raccolta avea presso di sè Apostolo Zeno (Foscarini, l. c. p. 80). Avea quest' accademia la sua propria biblioteca, di cui fa menzione il Sigonio in una sua lettera de’ 9 di ottobre del 1558: La Libreria dell Accademia s aperse Luni passato con gran fasto (Sigon. Op. t. 6, p. 999). In essa ancora a fomentare l’unione degli accademici, e ad avvivare le loro adunanze, s’introdusse il! costume d'invitarli a lieti conviti; e di uno dal Badoaro imbandito a tutta l’ accademia parla il Contile in una delle sue lettere de' 3 gennaio 1559 (t. 1, p. 184). Ma appena cominciava essa a dar saggio del molto che dà sì bella istituzione poteva aspettarsi, avvenne cosa che la condusse ad estrema rovina,