Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/277

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PRIMO 263 circa il i566, io 11011 ho accertato notizie, Bidello solo che della prima abbiamo menzione in un’orazione che in essa recitò l’an 1601 Vincenzo Contarini in morte di Giovanni Savio (Zeno, l. c. p. 441), il che mi fa dubitare ch’ ella nascesse più tardi; poichè se avesse avuta sì lunga vita, parmi che se ne troverebbe più frequente menzione. Di quella poi de’ Costanti vorrei che si producessero testimonj più degni di fede, che non sono il Beyerlinch accennato dal Quadrio, e il Brancaccini che fiorì alla metà del secolo seguente, citato dal Facciolati (Fasti Gymn. patav. pars 3, p. 210). È certo però, che qualche tentativo, si fece in Padova per rinnovare una non so quale accademia; perciocchè lo Speroni scrivendo a’ 16 di gennaio del 1563 a Bartolommeo Zacco a Padova, mi piace, gli dice, che risuscitiate la vostra morta Accademia (Oper. t 5, p. i53, cd. Veri. 1740). XXI. Più distinte notizie posso io dare dell’accademia degli Eterei, che nella stessa città fu fondata l’an 1563 da Scipione Gonzaga, che fu poi cardinale, e che ivi allor ritrovavasi per motivo di studio. Ne’ Commentarii! inediti della sua Vita, scritti da lui medesimo, il cui originale è presso il P. Ireneo Affò Minor Osservante da me lodato più volte, ei parla a lungo di essa, e del modo con cui la medesima si regolava; e io prego i miei lettori a permettermi di riportarne qui questo passo, anche per dar qualche saggio dell' eleganza con cui egli scrivea: Quoniam vero, dice egli parlando di se stesso in terza persona, humaniores, quas