Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/402

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IV. All ri viaggiatori ilalum. 388 li duo mai per tal modo ottenuto l’intento, pensò il Cabotto di ricercarlo pel Nord-est. Egli uscì a tal fine dal porto di Ilarwicb a” t/\ di maggio del 1556, e nel mese d agosto giunse all’altezza di 70 gradi. Ma ivi gli parve impossibile l’ andar più oltre, e passato l’inverno in Colmogorod, si rimise poscia in viaggio, e costeggiò la Lapponia russa fino al 1557, al qual tempo termina la Relazione di questo viaggio, di cui non sappiamo qual fosse l’esito, e del Cabotto stesso non troviam più menzione. Il Forcarmi (l. cit p. 439) afferma che quella Relazione non è del Cabotto, e si riserba a recarne pruove evidenti nel quinto libro della sua Storia, il quale non essendo mai venuto alla luce, non possiam giudicare quali esse sieno. Ma o sia, o no, del Cabotto la relazione accennata, ei certo debb essere considerato come uno dei’ più dotti nell" arte nautica, e de’ più coraggiosi nell’esercitarla. Quindi io conchiuderò questo tratto di Storia colla riflessione degli autori della Raccolta de’ Viaggi (t. 49-/?-Co), i quali giustamente osservano ch’ ella è cosa assai gloriosa all Italia, che le tre Potenze fra le quali oggi dividesi quasi tutta iAmerica, debbano agl'italiani le lor prime conquiste, i Castigliani a un Genovese, cioè al Colombo, gl’ Inglesi a due Veneziani, cioè a’ due Cabotti, e i Francesi a un Fiorentino, cioè al Verazzani. JV. A questi primi discopritori di nuove provincie succedono ora altri che se non furono ugualmente felici nel ritrovar paesi non più conosciuti, giovarono nondimeno colle osservazioni che fecero de’ diversi lor viaggi, e colle