Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/407

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I PRIMO 3()3 credere clie que’ viaggi fossero stati da lui tradotti dall original portoghese (Foscarini, p. 433). Più anni dopo, cioè nel 1545, un’altra Raccolta ne fu pubblicata in Venezia, ristretta a’ soli viaggi che da diversi Veneziani erano stati intrapresi in diverse parti dell Oriente, e intitolata: Viaggi fatti da Venezia alla Tana, in Persia, in India e in Costantinopoli. Essa fu opera di Antonio Manuzio fratello di Paolo, e ad imitazion di lui versato esso ancora non poco in tutte le belle arti, ma più di lui sventurato; perciocchè per non so quale error giovanile, costretto ad andar esule dalla patria, e permessogli poscia di ritornarvi, indi a non molto per una legge che derogava alle grazie in ciò concedute, fu costretto ad andar di nuovo ramingo (V. Lazzeri Miscell t. 2, p. 207), e nell agosto del 1555 eran tre mesi che andava errando miseramente (Lettere di P. Manuz. p. 71). VI. Ma tutte queste Raccolte furon quasi dimenticate, quando uscì alla pubblica luce quella tanto più copiosa ed esatta di Paolo Rannusio ' o Ramusio, che in amendue le maniere si suole scrivere. La famiglia de’ Rannusii, ascritta nel secolo xv alla veneta cittadinanza, ebbe e in quello e nel secolo di cui scriviamo, gran copia d’uomini tutti assai celebri negli studi. Di Girolamo, celebre pel sapere nella medicina e nella lingua arabica, abbiam parlato nel precedente tomo di questa Storia (t. 6, par. 2,p. 722). Paolo di lui fratello rivoltosi alle leggi, fu assessore in Verona, e abbiamo una lettera di Giovita Rapicio scritta a Paolo Rannnsio il %