Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/463

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SECONDO 449 parte de’ teologi di quel tempo; e vedesi nelle opere di esso un uomo d’ ingegno facile e chiaro, che si solleva talvolta sopra i comun pregiudizii, che cerca la verità e si allontana da chi gli sembra ad essa contrario, chiunque egli sia; che non avvolge la religione tra le triche scolastiche, ma ne parla con quella semplice gravità che sì ben le conviene, degno perciò della stima in cui l’ ebbero non solo tutti i Cattolici, ma i Protestanti medesimi, fra’ quali Jacopo Sturmio, come narrasi dal Beccadelli, giunse a dire che se tra’ consiglieri del papa cinque o sei fossero stati uguali al Contarini, si sarebbe potuto prestar fede alle lor decisioni. XII. Nulla men celebre fu a que’ tempi il nome di Jacopo Sadoleto, di cui ha scritta elegantemente la Vita Antonio Fiordibello modenese egli ancora, e famigliare del Sadoleto. Essa è stata più volte stampata, e ultimamente innanzi alle Lettere del medesimo Sadoleto, illustrata con erudite annotazioni dal ch. ab Vincenzo Alessandro Costanzi; e qui ancora perciò non avremo ad affaticarci lungamente per rintracciarne le più esatte notizie. Jacopo nacque di quel Giovanni Sadoleto celebre giureconsulto, di cui si è detto a suo luogo (t. 6, par. 2, p. 568). Ei venne a luce in Modena a’ 12 di luglio del < 477j e mandalo agli studi nell’università di Ferrara, vi ebbe fra gli altri a maestro Niccolò Leoniceno. L’eloquenza, la poesia, le lingue greca e latina, e la filosofia erano il principale oggetto degli studi di Jacopo, che fino da’ primi anni TlllABOSCHl, Voi X. 29