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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/547

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SECONDO 533 cp. i38, 283), c a cui tre ne abbiamo del celebre Andrea Alciati (Gudii Epist. p. ec.)» e più altre d’altri uomini dotti, dalle quali raccogliesi che questi era un libraio per sua professione assai erudito, e che spessi e lunghi viaggi imprendeva pel suo traffico. Che ei mantenesse la parola data al Frobenio di sparger in ogni parte i libri di Lutero e di raccogliere epigrammi in lode di esso, ce ne può far pruova un epigramma scritto in Milano nel 1521, in cui grandi elogi si fanno del suddetto Lutero, che vicn riportato dallo Schelhornio (Amoenit hist. eccl. t. 2, p. 624). E in vero si vider presto le opere di lui e de’ primi di lui seguaci sparse per tutta l Italia; e fin dal 1520 e dal 1525 se ne hanno più documenti in Venezia e in Firenze (V. Ger'lcs. I. ciL p. 7, ec.) Si usarono a tal fine i più sottili artifizii perchè il veleno si diffondesse segretamente, senza che si scoprisse la fonte da cui moveva. Così si pubblicarono in lingua italiana i Principi della Teologia di Ippolito da Terra Negra, che sono in somma i luoghi teologici di Melantone (V. Miscell, lipsiens. nova, t. 1, p. 628); così il Catechismo di Calvino senza nome d’autore fu stampato in lingua italiana nel 1545 (ib. p. 636), e Martin Bucero pubblicò i suoi Comenti sui Salmi sotto il finto nome di Arezzo Felino, e così finalmente molti altri libri furon con tali frodi introdotti in Italia. Le guerre dalle quali essa fu travagliata al principio di questo secolo, giovaron non poco ad acquistare alle nuove eresie seguaci nuovi; perciocchè le truppe straniere che le I