Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/94

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8o liuro Nobile famiglia al mondo fu nominata, che per. grandi ed alti affari divenisse gloriosa, è fra le pochissime la Casa d Este. Quindi accennate le imprese in pace e in guerra da essa fatte. la grandezza e la lunghezza del dominio tenuto, i parentadi contratti co' più potenti sovrani, le supreme dignità ottenute, passa a dire della protezione accordata alle scienze, e singolarmente alle belle lettere, alla musica e alla poesia; rammenta le grandi cose in ciò operate da Alberto, da Niccolò III, da Leonello, da Borso, da Ercole I, e schiera innanzi i dottissimi uomini da essi chiamati a Ferrara, a quali deesi principalmente il risorgimento della letteratura. Ragiona poi della musica, e dopo aver ricordato ch’ella era in certo modo rinata in quel dominio per opera del famoso Guido monaco della Pomposa, dice che fu poi cresciuta, e raffinata da Ludovico Fogliari Modenese in teorica insegnata, ed esercitata da Giusquini, dagli Adriani, e da' Cipriani, e da tant' altri, che (qui prima ebbero sostegno; e finalmente e la Cromatica e l Enarmonica per D. Nicola Vicentino ne servigi di vostra Casa prima qui si fè sentire. Più lungamente poi stendesi intorno la poesia, mostrando che sotto gli auspicii de duchi di Ferrara era rinata la commedia per opera di Pandolfo Colennuccio e di Lodovico Ariosto, e perfezionata la tragedia di Giambatista Giraldi; che ivi prima che altrove erano state scritte satire in lingua italiana dal sopraccitato Ariosto; ivi e la poesia latina avea fatti lieti progressi ne’ due Strozzi, e l'italiana prima nell’Ariosto,