Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/96

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8? LIBRO vari rami quasi tutti sovrani, i quali sembrarono ereditare da’ loro capi quell amor per le scienze e per le arti, da cui questi eran compresi. Cominciamo dalla famiglia dominante in Mantova; e passerem poscia alle altre. Il ch. sig ab. Bettinelli negli eleganti suoi Discorsi delle Lettere e delle Arti mantovane, e nell erudite note ad essi aggiunte, ha già illustrato molto questo argomento, ma entro que’ ristretti confini che la natura della sua opera gli prescriveva. Io potrò dunque giovarmi ad un tempo delle ricerche già da lui fatte felicemente, e aggiugnere insieme più cose, alle quali egli non ha potuto dar luogo. Francesco Gonzaga marchese di Mantova dal 1484 *5*9 hi principe valoroso in guerra e splendido in pace, nel che egli, come si nan a dal Giovio (Elog. Vir. bell. virt. ill. p. 234, ec.), non cedeva punto a più potenti sovrani, singolarmente nel numero, nella varietà, nella bellezza de suoi cavalli, che ei facea venire perfin dalla Spagna, dall Irlanda e dalla Numidia. Questa sua magnificenza fu da lui stesa ancora agli studi, e ne è pruova il bel verso posto da Battista Fiera sotto i tre busti di Virgilio di Battista mantovan, e dello stesso Francesco in mezzo ad essi: Argumentum utrique ingens, si saecla coissent. Nè solo egli protesse, ma coltivò ancora la poesia italiana (*), s1 ei veramente fu l’autore {*) Che Francesco Gonzaga marchese di Mantova c marito d'isabella d'liste fosse non solo protetlor de'