Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/99

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piìimo 85 [¿sciò speranza a' posteri di poterlo uguagliare Quindi tutte le belle arti giunsero a que’ tempi'in Mantova alla lor perfezione, perchè vi furono ed accolte e onorate con larghissime ricompense; intorno a che abbiamo una bella Oda del co. Niccolò d Arco (Nic. Ardili Carni. „ i85, ed. Patav. 1739). Nè egli trascurò gli studi dell amena letteratura; e per istruire in essi il giovinetto suo figlio Francesco nel 1536, fece venire a Mantova Benedetto Lampridio ch era forse allora il più celebre tra’ professori, e per averlo gli propose amplissime condizioni, e ne diè commissione al cardinale Gregorio Cortese, allora monaco Casinense: Non tacerò, scrive questi in una sua lettera da Venezia agli 8 di marzo del detto an 1536 (Cortes. Op. t.1, p. 104), come a giorni passati essendo in Mantova fui pregato da quell Illustriss Signore di fare, che M. Lampridio an.lasse a stare con lui ad effetto che il suo unico figliuolo avesse la creanza sotto esso, ed anco desiderando il prefato Signor avere una compagnia, con la quale alle volte potesse esercitarsi in ragionamenti virtuosi; e così conclusa la cosa, M. Lampridio se n è andato con provvisione di 300 ducati, e le stanze, e le spese per tre bocche; e spero debbia essere di utilità e a quel Signore, e anche a tutto quel Stato, il che ho scritto a V. S. Reverendissima (al cardinale Contarini), perchè so che lo Illustriss e Reverendiss Cardinale di Mantova altre volte cercò d" averlo a suoi servigii; perchè esso conclude che la servitù sua fosse destinata a quella Illustrìssima Casa, e persuade si