Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/125

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SECONDO na.'Ì essendo eh’ ella oltre la sfera, ili giù iniettile c i Astrolabio e l Almonacho non mediocremente. Di essa fa pure onorevol menzione Ignazio di lei nipote, che pubblicando la traduzione poc’ anzi accennata, dopo aver dette le cose medesime or riferite, soggiugne: La quale poi con progresso di tempo fece di queste scienze tale acquisto, che fu celebre sommamente nella patria nostra. Nè saprei tacere, come io di picciola età imparassi da essa i primi principii di questa scienza, oltre a quello, che mi fu insegnato da Giulio mio padre, veri eredi delle virtù di Dante loro genitore. Le quali notizie, che’io non avrei potuto scoprire, non avendo il libro da cui sono tratte, mi sono state cortesemente additate dal ch. sig. Annibale Mariotti perugino, da cui speriamo che la storia letteraria di quella città debba essere egregiamente illustrata {a). Il suddetto Giulio fu insicm matematico ed architetto, e il P. Oldoino afferma (ih.p. 198) ch’oi diè alla luce un’opera sull' Innondaziotie del Tevere, e alcune note sugli Ornamenti dell'architettura. Ma il più famoso di questa famiglia fu il dello Ignazio figliuol di Giulio, detto al secolo Pellegrino. Entrato in età giovanile nell’Ordine de'Predicatori, tutto si applico allo studio della matematica, e fece in esso sì lieti progressi, che il gran duca Cosimo de' Medici cliiamollo a Firenze, c lo ebbe (a) Di fatto il sig. Mariotti nelle sue Lettere pittoriche perugine, pubblicate nel 1788, ha rischiarati parecchi punti anche della storia letteraria di Perugia, e pregevoli notizie singolarmente ci ha date (p. 177, ec.) di questi illustri personaggi della famiglia Danti.