Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/163

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secondo n63 si è remluto più celebre del Commandino. Ei merita i più grandi elogi e pel suo sapere nelle matematiche, come nella lingua greca, e pel gran numero d opere, che pubblicò — Tutte sono eccellenti, e il Commandino potrebb' esser proposto a modello de comentatori. Le sue note vanno al punto, e vengon sempre a proposito, nè son troppo lunghe, o troppo concise. Ei si mostra versatissimo in tutto ciò che v avea allora di più profondo nelle matematiche; rileva bene il senso del testo, e lo corregge, ove n ha bisogno. Chi compie sì bene il dover d editore, non è molto inferiore ai buoni originali. E altrove (ib. p. 463): Il Commandino è divenuto celebre singolarmente per le molte sue traduzioni, che spirano una perfetta intelligenza nella geometria sì ordinaria che trascendente. A dir vero, ei non fu ugualmente felice negli sforzi che fece per andar più oltre che gli antichi. La sola opera in cui egli ha cercato di essere, originale, è il suo Trattato del centro di gravità ne’ solidi, materia che da Archimede non era stata toccata. Ma fra i corpi, ne quali la posizione del centro non si presenta al primo colpo d occhio, l emisfero e la conoide parabolica sono i soli ne’ quali ha potuto riuscire. XLI. Prima ancora del Commandino erasi affaticato intorno alla geometria Niccolò Tar-i taglia bresciano, il) quale però più che di essa' fu benemerito dell’aritmetica e dell'algebra. Ei fu uno tra quelli che si posson dir dotti a dispetto della fortuna, perciocchè parve che questa usasse di ogni sforzo per vietargli l accesso alle scienze. Egli stesso ci espone quai fossero