Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/307

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SECONDO QOJ successi non fossero ugualmente felici. Ferrante Imperato speziale napoletano pubblicò nel 1599 in Napoli XXVIII libri di Storia naturale, che furono altre volte stampati e tradotti in latino. Alcuni affermano che il vero autor di quell’opera fosse Niccolò Antonio Stegliola, e che l’Imperato, pagandogli una somma notabile di denaro, ottenesse ch’ ella portasse in fronte il suo nome. Ma il Toppi e il Nicodemo rigettano questa accusa (Bibl. nap. e Addiz. ad essa)] a cui nondimeno parmi che possa aggiugnere qualche peso una lettera dall’ Imperato medesimo scritta all’Aldrovandi {Vita dellAldr. p. 252), dalla quale si scuopre ch’egli era avidissimo di esser lodato per cotal suo studio, Io non ho veduta quest’opera, ma non trovo ch’ella sia molto pregiata dagl’ intendenti (a). La lettera sopraccitata però cel mostra assai impegnato nel raccogliere le produzioni della natura, e nell’esaminarne l’indole e le proprietà. Qui ancora appartiene La Scala Naturale, (a) 11 sig. Napoli Signorelli arreca diverse ragioni a giustificar l Imparato dalla taccia appostagli di aver fatta sua l’opera dello Stegliola (Vicende della Colt, nelle due Sicil. t. 4, P' 160, ec.), e io confesso ch'esse mi sembrano aver molta forza. Ciò però ch’egli aggiugne, che Fabio Colonna nella prefazione al suo libro delle Piante rare napoletane manifestamente dimostra la falsità di tal favoletta, non mi par detto con esattezza, perciocchè il Colonna altro non fa in essa che lodar molto l Imperato, e l’opera da lui pubblicata; il che ci mostra bensì che il Colonna era persuaso che.quella fosse opera dell’ Imperato, ma non pruova che veramente essa il fosse; giacchè poteva anche quel dotto scrittore essere stato in ciò ingannato.