Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/311

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SECONDO ij 1 l palazzo di Alberto in Carpi, ove quello splendido mecenate di tutte le scienze godeva di raccogliere e di esercitare gli uomini dotti, essendosi determinato di fare l’anatomia del corpo, al Berengario, ch essendo figliuol di un chirurgo detto Faustino, avea cominciato ad esercitarsi in quell’arte, fu dato l'incarico di farne la sezione. D’allora in poi diedesi Jacopo singolarmente all’anatomia; e benchè fosse in Bologna professore di chirurgia, secondo l’Alidosi, dal 1502 fino al 1527 (Dott. forest, p. 30), si esercitò nondimeno singolarmente nell’esaminar la struttura del corpo umano. E vuolsi che avendo egli, per soddisfare alla sua curiosità ad un tempo ed alla sua antipatia contro gli Spagnuoli, aperti vivi due uomini di questa nazione per osservare la palpitazione del cuore, fosse perciò da quella città esiliato. Questo fatto si può forse considerare come uno di que’ racconti che non hanno alcun fondamento fuorchè la popolare credulità. L’Alidosi è il più antico scrittore da me veduto, che di ciò faccia menzione, ed egli è lontano da un secolo dal Berengario. Ei cita, è vero, il Falloppio, ma nulla di ciò io ho potuto trovare in questo autore; e parmi quindi che questo fatto debba almen rimirarsi come molto dubbioso. Egli esercitava ancora la medicina e la chirurgia; e gli vien data la lode di essere stato il primo inventore del metodo di curare il morbo gallico coll'unzion mercuriale. Il ch. dott Giuseppe Maria Bertini sostiene che gli Arabi ancora, e dopo essi più altri medici in Europa, usarono del mercurio (Dell uso esterno e interno del