Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/324

Da Wikisource.

(p4 LIBRO alla corte del re di Francia: Ilacc de vitineribus capitis sint satis; et quia confecturus sum iter in Gallias cum c lari s s imi s ad Rege/n Ora tori bus, pluribus vacabo diebus Op. t. 2, p. 456). Finalmente ei navigò ancor nella Grecia; perciocchè, parlando di una pianta, dice: Hinc cum ex Graecia afferrem hanc plantam De mater. medica, c. 21, Op. t. 1, p. 243). Alla fatica delle pubbliche scuole e de’ viaggi ei congiunse quella dello scrivere, e le opere da lui composte, mediche, chirurgiche e anatomiche, forman tre tomi in folio, fra le quali son pregiatissime, come ora vedremo, le sue Osservazioni anatomiche. S’io volessi raccoglier gli elogi con cui egli è celebrato da’ suoi contemporanei, non meno che da’ più recenti scrittori, io potrei stendermi assai lungamente. Il Sigonio ne’ passi da me accennati, Paolo Manuzio, cui egli guarì da un ostinato mal d’occhi, in una elegante lettera che in ringraziamento gli scrisse (l. 4? CP- 4-^)j Bartolommeo Ricci in due sue lettere al Sigonio e a Lorenzo Frizzolio Op. t. 2, p. 196, 203), Melchiorre Guillandino in una lettera al Mattioli inter Epist. Matthiol. l. 1), e mille altri ne fanno luminosissimi encomii. Ma a sfuggire lunghezza due soli ne recherò io di due scrittori, l’uno antico, l'altro moderno. Il primo è il suddetto Guillandino, che altrove ne fa questo elogio, il qual ben si vede che non è dettato da adulazione (Papyrus, p. 120, ed. Veli. 15-j 2): Quod equidem eo libentius refero, quod mihi refricat renovatque memoriam pariter ac desiderium Gabrielis Falloppii Mutinensis, magni taci, dura