Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/350

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y5o LIBRO ciò die ne abbiamo nell’ opera di M. Portal, e ciò che da noi si è finora accennato, ci pruova abbastanza che la maggior parte delle scoperte anatomiche furon fatte in Italia; e che il Vesalio, il quale è il solo tra gli stranieri che sembri sminuire alquanto la gloria degl’ Italiani, molto potè giovarsi delle ricerche di quelli tra’ nostri che f avea no preceduto, e che da altri nostri, che gli vennero appresso, fu in più luoghi notato e convinto di errore. XXVI. Lo studio dell’ anatomia è congiunto per modo con quello della medicina, che o amenduc debbono necessariamente fiorire insieme, o a mondile decadere. Quindi non è a stupire se in un secolo in cui tanti valorosi anatomici ebbe l’Italia, essa contasse ancora tanti medici valorosi. E qui pure tale è la copia degli scrittori che ci si offre a parlarne, che ci è necessario e passarne molti sotto silenzio, e di alcuni far solo una passeggera menzione, e restringerci a parlare più stesamente di quelli de quali è rimasta più chiara fama. Tra questi dovrebbe aver luogo Girolamo Fracastoro, uomo nelle scienze ugualmente che nelle belle arti dottissimo, e che nella medicina ancora fu uno de’ più chiari lumi della sua età, e meritò di essere scelto a medico del Concilio di Trento. Ma di lui parleremo più a lungo, ove tratterem de’ poeti; e qui direm solamente che, oltre alcune altre opere mediche, abbiam da lui avuto Felegantissimo poemetto sul morbo gallico intitolato Syphilis, il quale non è sì agevole a definire se sia più a pregiarsi per l eleganza del verso, o per la dottrina che in sè contiene. Benedetto