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966 LIBRO XXXI. Più durevole fu la fama di GiambaI Lista Montano, ossia da Monte, medico veronese, e più felice successo ebbero le fatiche da lui intraprese. Dopo aver avuti a maestri in Padova Marco Musuro e Pietro Pomponazzo, fu eletto nel 1539 a professore di medicina pratica collo stipendio di 500 fiorini. Quattro anni appresso passò alla cattedra della teorica, e lo stipendio gli fu accresciuto fino a 700, e poi nel 1546 fino a' 1000 fiorini, e per qualche tempo ei fu professore d’anatomia (Face. I. cit. pars 3, p. 331, 343, 386). E quanta stima di lui facesse il Senato veneto, raccogliesi dal decreto accennato dal I'acciolati, con cui dovendo egli partire nel 1549 Per assistere in una sua infermità il duca d’Urbino, si ordinò che ciò non ostante gli si contasse l’intero stipendio, purchè, tornatone, ne’ dì di vacanza tenesse quelle lezioni che avea tralasciate. Ma mentre egli era per ritornarvi, ritiratosi per qualche tempo ne’ suoi beni a Terrazzo nel territorio veronese, ivi finì di vivere nel 1551, e una bella elegia abbiamo, in tal occasione composta dal celebre Lazzaro Buonamici (Carm. p. 47). A queste notizie altre ne aggiugne il Ghilini (Teatro d Uomini letter. t. 2), le quali io non so onde sieno tratte; cioè che prima che in Padova, ei fu professore in Napoli, e che ivi interpretò le poesie di Pindaro, e che Carlo V, Francesco I e il duca di Toscana lo allettarono con ampie promesse, perchè passasse alle lor corti; ma ch’egli non accettò le generose loro proferte. Egli aggiugne che per venti anni tenne scuola in Padova; ma s’ei