Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/428

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IDIitì LIBRO tra1 buoni scrittori di chirurgia; e si può vedere l’onorevole estratto che ce ne ha dato M. Portal (Hist. de XAnni, t 1, p. 254, ec.), il quale si duole ch’egli abbia troppo ingombrata quest’ opera d inutili formole. Il frequente uso dell' arme da fuoco introdotto sulla fine del secolo xv, e le continue guerre che di questi tempi desolavan l’Italia, rendean necessario il trattare delle ferite che per esse si fanno, e l esaminare quai fossero i più opportuni rimedii a curarle. Uno dei primi a scrivere di questo argomento fu Alfonso Ferri napoletano, che dopo avere per qualche tempo esercitata in sua patria la medicina, fu per la fama di cui godeva, chiamato a Roma, e scelto a suo medico dal pontef Paolo III. L’opera da lui pubblicata De Sclopetorum si ve arcliibtisorum vulncribus, stampata in Lione nel 1554, è lodata da M. Portal come una delle più eccellenti (ib. p. 3 iti, ec.); ed egli si stupisce come sia essa conosciuta sì poco, e invita gli studiosi di chirurgia a leggerla attentamente. Nè minori elogi egli fa del trattato del Ferri sopra l’Iscuria, che va unito all’altro, e in cui descrive con somma esattezza e il male e i rimedii e gl’istromenti necessarii a curarlo. Di lui si ha ancora alle stampe un trattato sul Morbo gallico (Taf uri, ScritL del Regno di Nap. t. 3, par. 2, p. 416) (a). Sullo stesso argomento delle (rt) Anche del Ferro ha parlato molto esattamente il signor ubate Marmi (Degli Archiatri pontif. t. 1, p. 35 8, ec.), ed ha mostrato ch’ei non fu medico, ma più veramente chirurgo di Paolo III, e ha risposto assai bene al sig. ab. Lampillas, il quale ha voluto togliergli il vanto di aver trovato il migl.or rimedio a7 calli.