Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/46

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646 LIBRO longe ulterius progressus variarum insuper rerum minime protritarum doctrinam ita tibi comparasti, ut de quacumque re proposita et erudite loquaris, et eruditionem ipsam mira sermonis jucunditate noveris convestire. Quin Poetas, Historicos Polyhstorasque omnes ita familiares effecisti, ut nihil tota in Encyclopedia sit, quod te lateat, quod non in promptu habeas, prope loco et tempore tuearis quam felicissime. L’anno 1562 avendo ormai il Genova per vecchiezza perduti i denti, difficilmente potea farsi intendere a suoi scolari (ib. l. 6, ep. 12). E forse fu allora ch’egli ebbe il titolo di lettore sopraordinario, senza però sminuirgli, anzi con accrescergli lo stipendio. Secondo il Facciolati morì nel 1563 in Padova, e fu sepolto in s Giovanni in Verdara, e fu l'ultimo di sua famiglia, i cui beni passarono ai conti di Panico, che ancor ne abitan la casa. Ma che’ ei fosse Tultimo di sua famiglia, parmi almeno dubbioso 5 perciocché al principio del secolo XVII era in Padova Niccolò Passero soprannomato Genova, di cui abbiamo alcune opere legali. Innoltre, benchè se ne vegga il sepolcro nella detta chiesa, par nondimeno che il Genova sul fin della vita si ritirasse a Napoli. Perciocchè Gabriello Zerbo, in una sua lettera scritta da questa città a’ 4 d’aprile del 1563 a Paolo Manuzio, parlando di Napoli, dice: Poeti Volgari ci sono quanto l arena, che mettono tutto il Parnaso a rumore, et il nostro M. Marcantonio Passero n'e VArchivario secreto (Lett. volg. di divers. l. 3, p. 90, ed. ven. 1564). Di un uomo sì celebre non è rimasta, ch’io sappia, opera ■Tk