Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/555

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SECONDO II55 archivi e l’ingegno di cui egli era fornito, e avverte fra le altre cose che il Diplovatazio ha assegnata l’origine di Pesaro ai Siculi del Peloponneso, opinione di cui il sig. Annibale lusingavasi di essere stato il primo autore. E noi speriamo perciò, che o egli, o qualche altro erudito di Pesaro ne vorrà un giorno far parte al pubblico. XXXVI. Miglior sorte hanno avute le Vite de’ celebri giureconsulti scritte da Guido Panciroli reggiano, nato nel 1523 da quell’Alberto di cui già abbiam parlato, e da Caterina Lolli. Parve ch’ egli volesse raccogliere e unire in se stesso tutto il sapere che ne’ più illustri professori delle università italiane era sparso e diviso (a). Dopo essere stato ammaestrato nell’ amena letteratura in Reggio dal famoso Sebastiano Corrado, recossi a Ferrara, e alla scuola di Prospero Passetti e d’ Ippolito Riminaldi si formò alla giurisprudenza; la fama di Andrea Alciati il trasse indi a Pavia; di là a Bologna il desiderio di udire Mariano Soccino, e finalmente sen venne a Padova, ove sotto gli auspici di Marco Mantova e di Giulio Oradino diede tali pruove di’ ingegno, che f anno 15.^7, benché fosse ancora scolaro, fu nondimeno dal senato trascelto alla seconda scuola straordinaria delle Istituzioni, quasi a compenso del torto fattogli due anni addietro dal presidente del collegio de’ giureconsulti, ch essendosi il Panciroli a lui offerto per esservi t (a) Del Panciroli si son date più esatte e più distinte notizie nella Biblioteca modenese (t. p. ec.; t. 7, p. 155).