Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/557

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SECONDO Il57 successore, il quale a’ mille annui scudi eli’ egli già riceveva per suo stipendio, ne aggiunse tosto altri cento. Ma l’ aria di quella città era al Panciroli così fatale, che avendovi già quasi perduto un occhio, temeva assai ancora per l altro. Chiesto dunque e ottenuto non senza gran dispiacere del duca e di quella università il congedo, tornò a Padova nel 1582, ov ebbe la primaria scuola del Diritto civile collo stipendio di mille scudi, che 1’ anno i5q5 crebbero a mille dugento (Facciol. l. c. p. 135). I pontefici Gregorio XIV e Clemente VIII bramaron di averlo in Roma, per valersi del consiglio e del sapere di sì dotto giureconsulto. Ma egli preferendo agli onori la propria quiete, antepose ad ogni vantaggio il soggiorno di Padova, ove ancora morì a’ 17 di maggio del i5c)(). LT oppra da lui composta De Claris Legum Interpretibus, divisa in quattro libri, non venne a luce che nel 1637 per opera di Ottavio Panciroli di lui nipote e al vedere ch ei parla di alcuni morti dopo il i5c)c>, e molto più al riflettere alla disuguaglianza dello stile e alla sconnession delle cose che spesso s incontra, comprendesi chiaramente che il zio non le diede l ultima mano, e che il nipote non avea quella erudizione che a compirla e a renderla esatta era necessaria. Ella è questa la miglior opera che in questo genere abbiamo, sparsa, è vero, di molti errori, come spesso abbiam avuto occasione di dimostrare, ma pure utilissima a conoscere le vicende della giurisprudenza, e piena di belle e recondite notizie, quando il Panciroli, lasciate da parte le tradizioni popolari, delle quali troppo spesso