Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/67

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setOTcno GG7 loniato nell’ agosto dell' anno seguente (ivi, p. 389)). Ma nell’ anno stesso ei fece colà ritorno: Anno MDLX1I t dice egli stesso (Pancosm. l. 24), nos in Cyprum navigaturi, ec. Questo secondo soggiorno fu assai più lungo, ed egli non ne tornò che l’an 1568 insieme con Filippo Mocenigo arcivescovo e primate di quell isola (ib.). Questi due diversi suoi viaggi in Cipri sono altrove ancora da lui accennati (ib. I. 3o)j ed egli innoltre si duole di aver passati senza alcun frutto in quell'isola oltre a sette anni, abbandonando ogni pensiero degli amati suoi studii, solo per attendere agli altrui vantaggi (Praef. ad vol. 4 Discuss. peripat.). Il ritorno in Italia non potè ottenere al Patrizii quella pace ch egli bramava. Qualunque ragion se ne fosse, ei dovette viaggiar per la Francia e per la Spagna, e questo viaggio fu certamente prima del 1571, perciocchè ei ne fa menzione nella prefazione al primo tomo delle sue Discussioni peripatetiche in quell anno stampate, e dice aver in esso impiegati sei mesi. A disagi del viaggio si aggiunser quelli della guerra di Cipri, dalla quale egli si duole di aver ricevuti danni grandissimi, e pare che fra le altre cose perdesse in quella occasione parecchi libri, poichè ei nominando un libro di Giovanni Filopono, Quem nos, dice, ex Cyprica calamitate eripuimus (Discuss. peripat vol. 1, l. 10). Il che ancora c indica ch ei fosse presente alla caduta di quell isola in man de Turchi, il che accadde nel 1570 e 1571. Poichè fu di ritorno in Italia, sen venne a Modena, ov’ei confessa d’aver trovata una sicura