Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/413

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renzo 1565 stampata in Parigi nel i55 j Racconta in essa che tornando dalla Spagna in Francia insieme con Simone Guichard religioso Minimo, erasi per qualche tempo trattenuto in Belriguardo luogo della diocesi del detto vescovo, e che ivi avendo dal Guichard risaputi i meriti e le virtù non ordinarie di esso, ed essendosi perciò invogliato di sempre meglio conoscerlo, avea presto avuta l’occasione di provarne la bontà e la cortesia. Perciocchè essendo caduto infermo nel Viaggio dall’Auvergne a Parigi, ed essendo perciò entrato in quella città in assai povero stato, al mostrar ch’ egli fece una lettera di raccomandazion di quel vescovo, fu tosto provveduto di alloggio e di qualunque altra cosa gli bisognava. Questa lettera è scritta in Parigi nel 1553 dal Collegio degl Italiani. Due anni appresso pubblicò nella stessa città di Parigi i suoi Hellenismi ossia osservazioni sulla lingua greca, e li dedicò a Matteo Prioli giovane patrizio veneto ch'era allora in Parigi, ove pure trovavansi Mariano Savelli eruditissimo giovane, Fabrizio Brancacci e il suddetto Dudizio, co’ quali egli dice di aver tenuto discorso su quell’ argomento. Questa lettera ancora è scritta da Parigi a’ 29 d’agosto del 1555, non più però dal Collegio degl' Italiani, ma da quello di Cambray. Amendue queste opere son pregiatissime, e Tanaquillo le Fevre dice il Canivi il primo tra" gramatici greci (Nota. in 1 Scnliger.). Al fin della prima si aggiugne la spiegazione di alcuni passi del Nuovo Testamento. ch è inserita ancora nella raccolta de Critici Sacri (t. 7). Gli viene inoltre attribuita