Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/446

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1598 libro La lettera non ha data. Ma come il Varchi morì nel i5(>5, così deesi credere che nell’anno stesso morisse il Soliano. XIII. I due ultimi Greci de quali dobbiam far menzione, se ebber fama d’uomini dotti la oscuraron non poco colla loro incostanza riguardo alla religione e co’ loro non troppo saggi costumi. Parlo di Francesco Porto e di Massimo Margnnio, amen due cretesi, e tali amendue che confermarono colla lor condotta la taccia anticamente data a quell’isola. Da alcune lettere del Margunio e dai’ monumenti dell università di Padova raccoglie il Papadopoli (Hist. Gymn. patav. t. 2, p. 238) che Francesco Porto, rimasto orfano e povero in età fanciullesca, fu da Giorgio Calloergo condotto a Venezia, e indi mandato a Padova, ove per sei anni attese agli studi dell’ amena letteratura, e che tornato poscia a Venezia, nella scuola de’ Greci, che era allora a S. Antonio, nella lor lingua fece sì felici progressi, che dallo stesso Margunio, il quale ivi a quel tempo vivea, fu creduto il più dotto tra tutti i Greci. Siegue poscia il Papadopoli raccontando che il Porto, dopo essere stato un anno direttore di quella scuola, non potè ottenere di esser confermato in quell’onorevole impiego, perchè essendo uomo mordace e pungente nel favellare, ardiva di deridere ancora le cose sacre, e non vivea con quella onestà che in lui si bramava: che perciò determinossi ad andarsene in Francia, e che giunto nel viaggio a Ferrara, fu ivi onorevolmente trattenuto dalla duchessa Renata. Ma qualunque fosse il motivo per cui il Porlo