Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/449

Da Wikisource.

TERZO 1 60 1 Renata, alla quale appunto in quell’anno il duca Ercole II di lei marito tolse dal fianco tutti coloro che ne fomentavan gli errori. Quando questa principessa, morto nel 1559 il marito, tornossene in Francia, anche il Porto uscì dall Italia, e per ritirarsi in luogo ove non potesse essere molestato, fissò la sua stanza in Ginevra, ove visse fino al 1581, nel qual anno morì contandone egli settanta di età (Thuani Hist ad an. 1581). Il Papadopoli e più altri scrittori riferiscono l’epitafio in versi elegiaci in onor di esso composto da Teodoro Beza, e annoverano le opere da lui date alla luce, che sono per lo più traduzioni in lingua latina, e Comenti di autori greci, oltre alcuni epigrammi ed alcune orazioni. In questa biblioteca Estense conservansi innoltre altre opere mss. del Porto, cioè Comenti sull Olintiache e su alcune delle Filippiche ed altre orazioni di Demostene, su due Tragedie di Sofocle, ec. (*). Quando egli partì da Modena, non s'intermise perciò lo studio della lingua greca; e oltre il Sigonio, che gli succedette, pochi anni appresso essendo stato chiamato a questa città dal conte Ercole Rangone Lazzaro Labadino natio di Piacenza {a), perchè istruisse nelle lettere greche (*) Due lettere di Francesco Porto allo storico iiasparo Sardi, scritte da Consamlolo nel Ferrarese a’ 17 e a’ a? d agosto del i54p, conservami in questo ducale archivio, le quali però nou ci ofTrono alcuna particolar circostanza della vita di esso. (a) Di Lazzaro Labadino, che fu poscia per più anni professore rinomatissimo di belle lettere in Modena, si è parlato lungamente nella Biblioteca modenese (t. 3, p. 54, ec.).