Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/568

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I ~ 20 LIBRO slogo nelle rime, in cui ne pianse la morte e vivendo in un tranquillo ritiro ora in Napoli, or nell’isola d Ischia, rifiutò fermamente più altri partiti che le vennero offerti. Ma nè la solitudine, nè la poesia bastavano a sollevarla dal suo alto cordoglio; ed ella perciò assai più efficace sollievo si procurò, sette anni poichè il marito fu morto, negli esercizii della più fervida religione, alla quale consecrossi allora interamente. Nè cessò perciò ella dal coltivare la poesia, ma ne prese l argomento dalle cose sacre, e continuò e tenere un amichevol commercio con alcuni de più dotti e più colti scrittori di quell’età, come co’ cardinali Bembo, Contarini e Polo, con monsig. (Guidiccioni, col Flaminio, col Molza, coll’Alamanni e con più altri. Viveva ella allora in Roma, quando nel marzo del 1541, desiderosa di un più perfetto ritiro, andò a racchiudersi in un monastero di Orvieto, donde in breve tempo passò a quello di Santa Caterina in Viterbo. Ivi nel 1542 trovossi il Cardinal Polo Legato, col Flaminio e con Pietro Carnesecchi, allora cattolico, e tra essi e Vittoria formossi una strettissima unione, che rendette loro dolce al par d’ ogni altro e piacevole quel soggiorno; unione che da alcuni Protestanti si è voluta spacciare come effetto dell’ inclinare ch’ essi facevano a’ loro errori, ma senza alcun fondamento, come ha chiaramente provato il Cardinal Querini (Diatr. ad vol 3 epist cardinal. Poli, p). 58, ec.). E quanto a Vittoria, alcuni le fan delitto della stima in cui elle ebbe POcbino, prima che questi abbandonasse la cattolica Religione. Tanto però