Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/572

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1 7 24 LlBIlO .Iella volgar poesia, e di favorire e di onorare tutti gli uomini dotti, onorata da essi a vi.!Midn, e lodata ne’ loro libri, come pruova l’autor della Vita, che accenna gli elogi che molti di essi ne fanno. Ad essi aggiugnerò io il Bandello che a lei dedicando una delle sue Novelle, voi mi occorreste, dice (t. 3, r.ov. 5o), /legna di lei, e di molto più honorato dono per le vostre singolari doti, che vinta l inviiltiij così viva come sete, v hanno fatta immortale, essendo anco voi di tal valore, che potrete fare chi volete eternamente vivere, l'erra anco con (questa mia historia a pagare in parte li honori da voi alcuna volta a Correggio in casa vostra ricevuti. Il governo di Bologna data da Clemente A li nell’ an 1528 ad Uberto suo fratello, determinò Veronica a fissare in quella città la sua stanza, e nel tempo della coronazione di Carlo V, seguita ivi nell’an 1530, essendo a Bologna concorsi i più chiari ingegni d*Italia, la Casa di Veronica, dice Rinaldo Corso nella breve V ite» che di essa scrisse, stampata in Ancona nel 1556, era una Accademia ove ogni giorno si riducevano a discorrere di nobili quistioni con Lei il Bembo, il Cappello, il Molza, il Mauro, et quanti huomini famosi di tutta Europa seguivan quelle Corti. Nell’anno stesso tornò Veronica a Correggio, ove poi per lo più si trattenne; ed ivi accolse con somme dimostrazioni di onore l irnperador Carlo V, da cui ebbe belle testimonianze di rispetto e di stima. A’ 13 di giugno del 1550 finì di vivere, e il corpo ne fu con molta pompa sepolto nella chiesa di San