Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/601

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TERZO 1753 e le pubblicò in Basilea nel 1558; ed esse, dopo più altre edizioni, sono state di nuovo date alla luce, come si è accennato, dal Noltenio. Sono esse Dialoghi, Lettere, brevi Orazioni latine e Poesie greche, nella qual lingua avea Olimpia acquistata perizia, non ordinaria. Donna veramente nata a onor del suo sesso e di tutta l'Italia, se il seguir ch’ella fece gli errori de’ Protestanti, oltre il macchiarne la fama, non l’ avesse renduta infelice, e coll abbreviarle i giorni, non le avesse ancora vietato il far que’ maggiori progressi che in altro tenor di vita avrebbe ella fatti.

  • XXV. Da questi scrittori di lirica e di melica poesia ci convien ora passare a coloro che

in qualche particolar genere si esercitano, o dandone essi i primi l esempio, o seguendo quello che da altri già aveano ricevuto. Nel che fare io non mi arresterò già su qualunque diversa specie di poetici componimenti, nè molto meno mi farò ad annoverare distintamente gli scrittori di canzoni pindariche, anacreontiche, petrarchesche, di terze e di quarte rime, di sestine, di ottave, di madrigali e di altri somiglianti componimenti: ricerche troppo minute, che a questa Storia non si convengono, e per le quali può bastare l opera del Quadrio. Solo mi tratterrò su alcuni generi più conosciuti, e ne’ quali più segnalossi il valor de poeti. E per cominciar dalle satire, alle quali niuno avea per lungo tempo tentato di rivolgere le Muse italiane, abbiam veduto nel tomo precedente (t. 6, par. 3, p. 1293) che Antonio Vinciguerra fu il primo a darcene un saggio, il qual però, Tiraboschi, Voi. XII. " 38