Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/682

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1834 libro Tri ss ino, la cui dottrina nella nostra età fu degna di maraviglia, il cui Poema non sarà alcuno ardito di negare, che non sia pieno d erudizione, e atto ad insegnar di molte belle cose, non è letto, e che quasi il giorno medesimo che è uscito a luce, è stato sepolto? In fatti dopo la prima edizione fatta in Roma de primi nove libri nell'anno 1547? e *n ^e" nezia nell’an 1548 degli altri diciotto, niun'altra se n’è più fatta fino all’an 1729. Di questa prima rarissima edizione ha copia la biblioteca Estense, e tra le Lettere scritte a D. Ferrante Gonzaga, che si conservano nell’ archivio di Guastalla, e delle quali io ho copia, una ve n’ha del Trissino de’ 3 di maggio dell an 1548, con cui da Vicenza gli manda copia de primi nove libri del suo poema. Il Fontanini osserva che avendo il Trissino nel suo poema inseriti alcuni versi che a scrittor cattolico non convenivano, egli stesso pentitone ne fece l’ emenda ristampando le carte, e da se mutando i versi già scritti (Bibl. dell'Eloq. ital. colle Note di A. Zeno. t. 1, p. 269). Intorno a quai cambiamenti riflette Apostolo Zeno nelle sue note che nella copia ch’egli aveane, parecchi versi del libro xvi a pag. 125, 127, 130, 132, erano non già cancellati, ma leggermente segnati d inchiostro; ma che in niuna copia avea egli trovate le mutazioni accennate dal Fontanini, fuorchè in una del sig. Giuseppe Farsetti patrizio veneto, in cui vedeansi cambiate le carte, ma con leggieri cambiamenti, a pag. 1 27, 2, 1 28, 2, e 131, 2. In quella che qui abbiamo, io non trovo alcun segno a que luoghi che il Zeno