Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/725

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TERZO 1877 il Ruzzante, che era uno de’ destinati a tal festa, e che morì nel 1542, ruppe il formato disegno. Molte copie se n erano sparse frattanto per tutta l’Italia. Traiano Navò fu il primo a pubblicarla in Venezia nel 1546, ma fingendola stampata in Firenze dal Doni, il quale altamente si dolse di questa impostura, e non meno se ne dolse l autore che vide quella edizione piena di gravissimi errori. Miglior fu l’edizione che nell’anno stesso ne fece il Valgrisi, sulla quale poi un’ altra ne diede il Giolito nel 1562, vantandosi, ma falsamente, ch’ella fosse stata dall’ autore riveduta e corretta. Or prima ancora che questa tragedia venisse a luce, si divolgò a penna un Giudizio sopra. la Tragedia di Canace e Maccareo nel 1543, in cui e la tragedia e l’ autore venivano criticati aspramente e quanto all’invenzione e quanto allo stile; opera creduta da alcuni di Bartolommeo Cavalcanti, ma senza pruove che bastino ad accertarcene. Lo Speroni mostrò dapprima di disprezzarlo; ma poichè vide il giudizio stampato nel 1550, prese a distendere la sua Apologia, a cui però non diè compimento. Di nuovo entrò in questo argomento nell’ accademia degli Elevati, in cui recitò sei Lezioni in difesa della sua tragedia. Felice Paciotto da Pesaro levossi egli pure nel 1581 a difesa della Canace, e scrisse una risposta al suddetto Giudizio, la qual con esso e coll Apologia e colle Lezioni dello Speroni è stata pubblicata la prima volta nel quarto tomo della sopraccennata edizione delle Opere dello Speroni. Uscì ancora nel 1558 una scrittura latina sotto nome di