Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/162

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aia/f libro il Palingenio fosse imbevuto delle eresie dei novatori; e perciò, poichè egli fu morto, come narra il Giraldi, ne fu dato alle fiamme il cadavero. Ciò non ostante, benchè le accennate invettive troppo male convengano a uno scrittor cattolico e pio , a me non sembra che il Palingenio. si dichiari seguace di alcuna eresia; anzi egli nella prefazione del suo poema protesta di soggettare ogni cosa al giudizio della Chiesa cattolica. XLIV. Ancor più infelice fu il destino di Aonio Paleario autore di un elegante poema sull’Immortalità dell’anima. Molti hanno.scritto di lui ampiamente; e fra essi con maggior diligenza Federigo Andrea Hallbaver, che avendone fatte ristampar l’Opere in Jena nell’anno 1728, vi ha premessa una lunga Dissertazione sulla vita e sull1 opere dell" autore, lo Schelornio (Amaen. Hist. eccl. t. 1 , p. 425) e il ch. abate Lazzeri (Miscell. Coll. rom. t. 2, p. 115, ec.). Io accennerò dunque in breve ciò eli1 essi lianno ampiamente provato, e procurerò insieme di toccar qualche cosa da essi non avvertita. Ei fu natio di Veroli nella Campagna romana; e il vero nome della famiglia di esso non fu de’ Pagliaricci, come scrive il Gerdesio (Specimen Ital. reform. p. 314), ma dalla Paglia, come scrive il Castelvetro in certe sue Memorie citate dal Muratori (in Vita Sigon.). Matteo e Chiara Gianarilla furono i genitori , da’ quali ei nacque circa il principio del secolo xvi, ed ebbe il nome di Antonio, da lui poscia per vezzo d’antichità cambiato in quello di Aonio. Dopo aver fatti i primi